Un Capodanno alternativo
Esercizi Spirituali
Parrocchia, 30/1/2012
Un capodanno alternativo
Sono tanti i giovani e gli adulti che aspettano con ansia il giorno di Capodanno, quel giorno che segna la fine di un anno e ci lancia direttamente a quello che è visto come il “futuro”.Per alcuni questo significa buttarsi alle spalle un anno difficile e faticoso, altri invece salutano l’anno passato con nostalgia. Ciò che accomuna tutti però sono le speranze che si ripongono per l’anno nuovo, che ci si augura sia sempre migliore di quello passato.E’ con questo spirito e in maniera quasi febbrile che comincia la ricerca: che cosa fare a Capodanno!? È possibile che tante aspettative possano essere esaudite solo da una grande e rumorosa festa o non sia piuttosto questa, il più delle volte, un’occasione sterile che lascia solo intontiti il giorno dopo? Ecco perché una ventina di giovani di diverse parrocchie di Roma, Fiumicino e Cagliari affidate alla Congregazione dei Figli di Santa Maria Immacolata, accompagnati da alcuni sacerdoti e chierici, hanno deciso di passare il loro Capodanno in un modo alternativo: vivendo un’esperienza di ESERCIZI SPIRITUALI proprio dal 29 dicembre al 1 gennaio.
Gli esercizi spirituali consistono nel trascorrere un periodo di tempo, per lo più in silenzio, nel quale si può sperimentare la presenza di Cristo nella propria vita attraverso la meditazione, la contemplazione e l’esame di sé; quale periodo migliore per fare questo, se non a fine anno dove possiamo ringraziare Dio per i 365 giorni che ci ha donato e affidare a Lui aspettative, paure e illusioni che si hanno per l’anno nuovo!?Ad accoglierci in questi giorni di silenzio e ricerca, sono stati i frati francescani conventuali nel loro convento di San Miniato in provincia di Pisa; un luogo suggestivo che aiutava molto la preghiera, se non fosse stato per il gran freddo che faceva!Il tema che ha accompagnato i nostri giorni e faceva da sfondo a tutte le attività e le meditazioni, era la gioia, seguendo una preghiera di colletta che recita: “ O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dov’è la vera gioia”.La nostra avventura spirituale è iniziata dunque il 29 gennaio partendo tutti insieme da Fiumicino, direzione Toscana: un giretto tra le torri di San Gimignano ed eccoci a San Miniato, dove ci siamo sistemati, e abbiamo fatto le dovute presentazioni del luogo, delle persone e del da farsi nei giorni successivi. Per iniziare a confrontarci con l’argomento proposto, abbiamo atteso il mattino seguente, quando padre Enrico ci ha guidati in una riflessione sulla gioia vera, presentandoci i momenti autentici di gioia che compaiono nelle vite degli uomini di cui parla la Bibbia, ed invitando anche noi a cercare nelle nostre storie eventi simili, riconoscendovi la vicinanza forte di Dio. È stato bello andare a caccia di momenti felici e accorgersi che questa volta era ciascuno di noi a fare da protagonista, e allo stesso modo riconoscere episodi di finta gioia in cui Dio era stato messo da parte. Inoltre, dopo aver dedicato qualche ora alla riflessione personale, abbiamo potuto condividere tra noi queste esperienze, in un dialogo che avrebbe rasserenato anche il cuore più triste, perché ci stavamo raccontando che Dio è presente proprio nella nostra vita di ogni giorno, e ci vuole felici. Nel pomeriggio è venuto padre Roberto, Superiore Generale dei Figli di Santa Maria Immacolata, a farci una ricca catechesi sulla gioia del mettersi in viaggio, prendendo esempio da Maria che va in visita dalla cugina Elisabetta non appena viene a conoscenza del grande progetto di Dio su di lei. Al termine di una giornata di scoperta, riflessione, preghiera e condivisione, ci siamo ritrovati per l’adorazione eucaristica, che abbiamo iniziato insieme, e portato avanti per tutta la notte facendo a turno a due a due. Se la prima giornata è stata dedicata alla vera gioia, la seconda è stata incentrata sul come raggiungerla, e la risposta era suggerita dal titolo stesso degli esercizi: “Amare ciò che comandi, e desiderare ciò che prometti”. Siamo andati a caccia dei nostri desideri veri, e non è cosa facile, visto che non c’è una risposta esatta, ma c’è solo da cercare ed ascoltare, senza mai arrendersi.
Ogni giorno possiamo renderci conto di ciò a cui puntano le nostre azioni e i nostri pensieri, e non lasciarci trasportare da falsi idoli ma puntare al massimo!È nell’intimità della nostra anima che si trova il desiderio del massimo: lì risiede Dio stesso, ma perché sia Lui a guidare la nostra vita dobbiamo liberarci delle nostre vane pretese e presunzioni educando i nostri desideri, e lasciarci guidare dal Suo Amore. Nel pomeriggio ci siamo cimentati nella riflessione su un brano dell’Apocalisse, in cui Dio accoglie i beati per festeggiare insieme a loro le Sue nozze con la Chiesa e, osservando anche altri passi biblici collegati a questo, ognuno ha cercato il messaggio che queste parole portavano al proprio cuore. Pur partendo dallo stesso spunto dunque, abbiamo seguito percorsi diversi perché ognuno ha notato aspetti diversi dello stesso tema, e sono emersi dubbi, sentimenti, osservazioni veramente personali, a cui padre Enrico ha aggiunto qualche spiegazione, o talvolta qualche risposta. Con queste attività abbiamo impiegato praticamente tutto il tempo che ci era rimasto del 2011 e così, con l’anno agli sgoccioli, la sera del 31 abbiamo ringraziato il Signore con il Te Deum, e abbiamo rievocato la nostra appartenenza a Lui attraverso i simboli del nostro Battesimo. Con questo spirito, veramente carico di gioia, siamo scesi in refettorio e a mezzanotte abbiamo brindato al nuovo anno. Poi ci siamo tuffati per le strade di San Miniato e abbiamo festeggiato insieme alla gente del paese, ballando, cantando, facendo partire un trenino che ha percorso tutta la piazza principale e a cui molte persone si sono unite: è stato un momento molto felice e si sa che chi è felice a Capodanno…Oltre a quello che vi abbiamo raccontato, i giorni di questo ritiro sono stati arricchiti da momenti di amicizia, di canto e di preghiera. Abbiamo pregato moltissimo e siamo sempre stati contenti di farlo perché si pregava veramente col cuore. Anche la Messa del 1°gennaio è stata vissuta intensamente, col canto del Credo che ci è rimasto dentro, accompagnandoci tutti per un bel po’di tempo. Dopo aver pranzato insieme, siamo ripartiti per Roma, ma ci siamo fermati a visitare Pisa. Proprio in quell’occasione capitava spesso di sentire qualcuno di noi che cominciava a canticchiare “Credo in unum Deum…”Forse possiamo considerare anche questo come un segno della forza di questi giorni passati vicino al Cielo: diciamo che uscire da un ritiro e andare a cantare insieme la propria fede per le strade della città non è poi così male, no?In conclusione, abbiamo trovato la vera gioia nello stare intimamente vicini a Cristo e ci auguriamo che il 2012 sia per tutti anno propizio per sperimentare il gusto della vita tenendo Dio vicino al cuore. Buon anno a tutti nella gioia di Cristo!
Taisia & Daniele