Il Santuario Mariano diocesano di Ceri
La Chiesa dell'Immacolata Concezione di Ceri è diventata il Santuario Mariano Diocesano il 7 dicembre 1986 per volere dell'allora vescovo di Porto Santa Rufina, Mons. Diego Bona, con il titolo "Santuario Madonna di Ceri".
Alcune fonti affermano che la chiesa sia stata dedicata alla Madonna fin dall’inizio. È certo che già nel XVII secolo fosse intitolata alla Immacolata Concezione (de ecclesia Parochiali S.Mariae Conceptionis), prima quindi che nel 1854 venisse proclamato il dogma. Questo risulta da documenti di visite pastorali a Ceri del vescovo di Porto e Santa Rufina nel 1661 e nel 1682.
Diventa Santuario Mariano Diocesano il 7 dicembre 1986 per volere dell'allora vescovo di Porto-Santa Rufina, Mons. Diego Bona, con il titolo "Santuario della Madonna di Ceri", con riferimento all’ icona della Madonna con Bambino venerata nella chiesa. Il 24 aprile 1992 Papa Giovanni Paolo II benedice la corona d’oro offerta dai devoti per ornare l'icona, corona che oggi non è più nel quadro, riportato allo stato originario.
Il titolo di Madre di Misericordia è dato dal Vescovo di Porto-Santa Rufina Mons. Antonio Buoncristiani: il 7 aprile 1999 firma un decreto che stabilisce la festa della Madre di Misericordia, Patrona della Diocesi, per il sabato seguente la festa della Natività di Maria, che è l’8 settembre.
Il cuore del Santuario è la cappella dedicata alla Madonna, dove troviamo la bella immagine di “Nostra Signora di Ceri, Madre di Misericordia”. È una tavola lignea, dipinta a tempera di scuola senese, databile alla fine del XV secolo o ai primi del XVI secolo. Ritoccata più volte nei secoli, conserva fondamentalmente la struttura originaria. Restaurata l’ultima volta nel 1963, fu rubata successivamente e poi recuperata dalla Polizia di Stato.
La porta d’accesso alla chiesa nella cappella di transetto, è la Porta Santa del Giubileo della Misericordia, che è stata aperta il 13 dicembre p.v. alle ore 17.00, alla presenza del nostro Vescovo Mons. Gino Reali, del Parroco don Riccardo Russo e da una folta schiera di parrocchiani.