Il Lettorato e l'Accolitato

Verso il Congresso Eucaristico Diocesano

Parrocchia, 14/3/2012
IL LETTORATO E L'ACCOLITATO
 
I. Lettorato e accolitato nel magistero della C.E. I.
 
 
Dal documento pastorale I ministeri nella Chiesa, della Conferenza Episcopale Italiana 15 settembre 1973.
 
1. Alcune premesse
 
1. Il Concilio Vaticano II ha affermato che "lo Spirito Santo unifica la Chiesa nella comunione e nel ministero, la istruisce e la dirige con diversi doni gerarchici e carismatici, la abbellisce con i suoi frutti"(LG, 4).
La Chiesa, così orientata, e sollecitata anche dalla situazione attuale della sua vita nel mondo contemporaneo, compie una ricognizione dei carismi e dei ministeri, di cui lo Spirito del Signore l'ha arricchita e continua a farle dono.
Praticamente dopo il Concilio Il lettorato e l'accolitato cessano di essere solamente tappe verso il presbiterato e divengono ministeri più variamente distribuiti all'interno del popolo di Dio; espletati da membri della Chiesa, operanti in diverse situazioni di vita, sempre corresponsabili della sue missione e compartecipi, con i vescovi, i presbiteri e i diaconi, alla sua azione liturgica e alla sua presenza nel mondo.
 
2. II due ministeri del lettorato e dell'accolitato hanno il loro fondamento nella fede e nel Battesimo e avviano una chiara distinzione tra questi ministeri radicati nel Battesimo, dei quali ogni fedele può essere incaricato, e i ministeri provenienti dalla partecipazione all'Ordine sacro .
L'obbligo attuale, infatti, di ricevere i due ministeri da parte dei candidati al diaconato e al presbiterato è giustificato soltanto da motivi pedagogici e dall' oggetto stesso di questi uffici, che si esercitano in subordinata comunione col ministero sacro del diaconato e del presbiterato, pur non essendo ad essi in modo assoluto necessari .
 
3. L’ecclesiologia del Concilio Vaticano II
a) L'ecclesiologia di comunione. Essa postula la Chiesa articolata e servita da ministeri, non condensati in pochi suoi membri, bensì distribuiti con varietà e larghezza all'interno delle comunità: cosicché i diversi membri della Chiesa partecipano attivamente alla sua vita e alla sua missione, nella ricchezza e diversità dei doni dello Spirito.
b) La sacramentalità della Chiesa. E' Cristo e il suo mistero che nella Chiesa vive e perdura; la Chiesa altro non compie se non attualizzare questo mistero di salvezza mediante la Parola, il Sacrificio, i Sacramenti, mentre riceve in sé, per forza dello Spirito Santo, la vita di Cristo, da testimoniare nel mondo.
La sottolineatura più rigorosa del legame dei ministeri con il Battesimo e l'Eucaristia e del rapporto con l'Ordine sacro esplica chiaramente come "lo Spirito Santo opera la santificazione del popolo di Dio per mezzo del ministero e dei sacramenti" .
c) La complementarità del sacerdozio comune e del sacerdozio ministeriale. Secondo la Lumen Gentium (n. 10) "il sacerdozio comune dei fedeli e il sacerdozio ministeriale o gerarchico, quantunquedifferiscano essenzialmente e non solo di grado, sono tuttavia ordinati l'uno all'altro, poiché l'uno el'altro, ognuno a suo proprio modo, partecipano all'unico sacerdozio di Cristo".
d) La liturgia,fonte e culmine della vita e dell'attività della Chiesa (cfr SC lO). La prospettiva della natura e dei compiti dei due ministeri del lettorato e dell'accolitato è determinata dal rapporto che essi vengono ad assumere nei confronti del mistero sacramentale, che culmina nella celebrazione eucaristica e si trasfonde nella vita.
Così il lettore che annuncia le Scritture non può non essere, nella comunità, catechista, evangelizzatore, testimone.
E l'accolito, che, accanto al diacono, è servitore dell'altare e collaboratore del presbitero, ministro della Comunione e della carità, è chiamato specialmente ad essere animatore di unione fraterna e promotore di culto a Dio in Spirito e verità.
Si sottolinea così che non è una semplice funzione rituale quella che viene affidata ai ministeri, ma una vera missione ecclesiale che dalla liturgia parte e alla liturgia ritorna, inserendosi però in tutta la vita della Chiesa e in tutti i suoi momenti.
 
 
4.  Indicazioni spirituali e pastorali assai importanti:
a) I ministeri sono una grazia, che viene conferita a colui che ne è istituito. La Chiesa, in una celebrazione liturgica, con l'efficacia che le viene dallo Spirito, chiama sul lettore e sull'accolito "speciale benedizione, perché possano compiere fedelmente il loro servizio" (Orazione dell'istituzione degli accoliti).
Così questi servizi liturgici e le conseguenti mansioni nella comunità cristiana, traggono vigore dall'istituzione che ne compie la Chiesa.
b) I ministeri esigono consapevolezza, in chi li assume; maturano e si nutrono mediante un costante sforzo ascetico, perché all'ufficio e alla grazia ricevuti deve corrispondere una coerente testimonianza di vita: "conoscere quel che si fa, imitare ciò che si tratta"; "l'esercizio del ministero vi stimoli ad una vita spirituale sempre più intensa" (Rito dell'istituzione degli accoliti).
c) I ministeri sono conferiti come compito e missione da espletare realmente all'interno della comunità della Chiesa. In nessun modo debbono essere sminuiti o come attribuzioni onorifiche, o come momenti episodici nella vita di un cristiano, o come prestazioni giustificate unicamente da necessità organizzative.
d) I ministeri non sono solamente prestazioni rituali ma servizi all'intera vita della Chiesa. Di qui il criterio di discernimento per l'istituzione dei lettori e accoliti; non unicamente una buona attitudine e preparazione ai riti, bensì un'idoneità radicale ad essere e a fare nella Chiesa quanto il ministero comporta.
E' una donazione di sé, quella che si richiede a colui che assume il ministero; il quale esige poi continuità e disponibilità.
 
2. I ministeri del lettorato e dell'accolitato
 
a.  L'ufficio liturgico del lettore è la proclamazione delle letture nell'assemblea liturgica.
 
 Di conseguenza il lettore deve curare la preparazione dei fedeli alla comprensione della parola di Dio ed educare nella fede i fanciulli e gli adulti. Ministero perciò di annunciatore, di catechista, di educatore alla vita sacramentale, di evangelizzatore a chi non conosce o misconosce il Vangelo. Suo impegno, perché al ministero corrisponda un'effettiva idoneità e consapevolezza, deve essere quello di accogliere, conoscere, meditare testimoniare la parola di Dio che egli deve trasmettere ( Rito dell'istituzione del lettore).
 
b. L'ufficio liturgico dell'accolito è di aiutare il presbitero e il diacono nelle azioni liturgiche; di distribuire o di esporre, come ministro straordinario, l'Eucaristia. Di conseguenza, deve curare con impegno il servizio all'altare e farsi educatore di chiunque nella comunità presta il suo servizio alle azioni liturgiche.. Suo impegno sarà, quindi, quello di conoscere e penetrare lo spirito della liturgia e le norme che la regolano; di acquistare un profondo amore per il popolo di Dio e specialmente per i sofferenti.
c. L'età conveniente per l'assunzione di questi due ministeri viene stabilita a 21 anni. Prima di quest'età pare difficile un orientamento stabile della persona e un acquisito rapporto pastorale del candidato con la comunità.
 
d. L'accedere a questi ministeri suppone un'intensa vita di fede, un comprovato amore e capacità di servizio alla comunità della Chiesa, la decisione di dedicarsi con assiduità a questi compiti, la competenza sufficiente per svolgere i propri uffici liturgici, e insieme la decisa volontà di vivere la spiritualità propria di questi ministeri.
 
II. Compiti del lettore e dell'accolito nella celebrazione eucaristica
Dall'Istruzione Generale del Messale Romano (ediz. 1984).
1. Compiti del lettore
Riti iniziali
148. Nel rito d'ingresso, il lettore può, in assenza del diacono, portare il libro dei Vangeli: in tal caso, procede davanti al sacerdote, se no, sfila con gli altri ministri.
149. Giunto all'altare e fatta con il sacerdote la debita riverenza, sale all'altare, depone su di esso il libro dei Vangeli e va a occupare il suo posto in presbiterio con gli altri ministri.
 
Liturgia della Parola
150. Proclama all'ambone le letture che precedono il Vangelo. In mancanza del salmista, può anche proclamare il salmo responsoriale dopo la prima lettura.
151. In assenza del diacono, dopo l'introduzione del sacerdote, il lettore può suggerire le intenzioni della preghiera universale.
152. Se all'ingresso o alla Comunione non si fa un canto, e se le antifone indicate sul messale non vengono recitate dai fedeli, le dice il lettore al tempo dovuto.
2. Compiti dell'accolito
Riti iniziali
143. Nel rito d'ingresso, l'accolito può portare la croce affiancato da due ministranti con i ceri accesi. Giunto all'altare, depone la croce presso l'altare stesso e va al suo posto in presbiterio.
144. Durante la celebrazione, è compito dell'accolito accostarsi, all'occorrenza, al sacerdote o al diacono per presentar loro il libro o per aiutarli in tutto ciò che è necessario. Conviene pertanto che, per quanto possibile, occupi un posto dal quale possa svolgere comodamente il suo compito, sia alla sede che all'altare.
Liturgia eucaristica
145. In assenza del diacono, terminata la preghiera universale, mentre il sacerdote rimane alla sede, l'accolito dispone sull'altare il corporale, il purificatoio, il calice e il messale. Quindi aiuta, se necessario, il sacerdote nel ricevere i doni del popolo e, secondo l'opportunità, porta all'altare il pane e il vino e li presenta al sacerdote. Se si usa l'incenso, presenta lui stesso il turibolo al sacerdote, e lo assiste poi nell'incensazione delle offerte e dell'altare.
146. Può, come ministro straordinario, aiutare il sacerdote nella distribuzione della Comunione al popolo. Se si fa la Comunione sotto le due specie, l'accolito presenta il calice ai comunicandi, o tiene lui stesso il calice, se la Comunione si dà per intinzione.
147. Terminata la distribuzione della Comunione, aiuta il sacerdote o il diacono a purificare e riordinare i vasi sacri. In assenza del diacono, l'accolito porta i vasi sacri alla credenza e lì stesso li purifica e li riordina.